Logo
Sei proprio sicuro di voler diventare apicoltore?
2 Mag 2020

Sei proprio sicuro di voler diventare apicoltore?

Post by la redazione

Corsi di perfezionamento coi cartoni animati.

Ecologia, etologia e biologia delle api e dell’alveare. Episodio 1

Strane idee sulle api? Introduzione al pensare filosofico

In questa seconda serie di video corso di apicoltura, le api si raccontano in soggettiva e in presa diretta attraverso i cartoni animati, nutrimento all’immaginazione dei bambini per farne adulti brillanti dalle vivaci capacità cognitive. Sarà vero?

Api, formiche e termiti sono insetti sociali e l’evoluzione da insetto solitario ad animale sociale è la chiave di comprensione dell’etologia dell’ape mellifera. Per una piacevole e autorevole disanima sull’argomento è consigliato ‘Honeybee ecology’ di Thomas Seeley.

Eppure i cartoni animati fin da piccini ci hanno somministrato con cura evidenti panzane sulla vita delle api…perchè mai? tutto parte di un grande complotto diseducativo antiscientifico? oppure le api avevano un ruolo così marginale nelle fasce sociali dicretamente consumistiche dotate di tv color che nessuno avrebbe mai sollevato domande? o ancora: erano prove di indottrinamento videodiretto? o forse i cartoni animati fanno un po’ quello che gli pare e non sono tenuti a seguire le regole dei grandi? oppure questi sovvertimenti patenti del reale ci hanno spinti a scoprire la strada del dubbio e del pensiero critico?

Quanti interrogativi genera ripensare ad Ape magà/Konchu Monogatari: Minashigo Hatchi – Avventure di un insetto: l’orfano Hatchi (1970-1971)!

L’animazione giapponese fu tradotta in inglese come Hutch the honeybee, mentre in Italia divenne un’ape femmina dal nome di Magà (una sorta di concorrenza sleale ad imitazione della già super famosa Ape Maia!!!), forse precorrendo i tempi del no gender. La storyline è davvero minima:

 Il fuco/ape Hatchi/Magà – sopravvissuto ad uno sterminio dell’alveare da parte delle vespe (crabro? velutine??) –è un piccolo resistente che affronta peripezie e avversità nel viaggio alla ricerca della mamma.

Epitome del coraggio: sfidare un intero sciame di vespe coi denti a sciabola!!!

Storia molto giapponese, molto in linea con gli svariati orfani protagonisti dei cartoni animati del tempo, l’essere un’ape (cosa che oggi lo/la renderebbe per definizione una diva, una super star, una influencer) .. è un tratto secondario. L’ape ha però delle intrinseche caratteristiche molto stuzzicanti per le perverse menti che hanno concepito questo cartoon infarcito di lacrime e pathos: l’ape è per definizione prodotto di una famiglia monogenitoriale, il padre è per forza SEMPRE defunto, e questo alleggerisce l’aggravio per gli autori di sterminare entrambi i genitori.

La madre – un’ape Regina bellissima, snella, eternamente giovane, santificata, un’apparizione celeste- viva ma finita chissà dove, è sufficiente a mettere in piedi il filo narrativo di un romanzo di formazione destinato ad un pubblico di piccoli, cui non vengono tuttavia nipponicamente risparmiate atrocità di ogni genere.

La nostra ape orfana e tristemente solitaria (che non ha le ore contate come ogni ape mellifera isolata dall’alveare; e qui si invoca licenza poetica per risparmiare una figuraccia agli sceneggiatori) incontra spesso altri personaggi con cui stringere alleanze e amicizie, spesso imbattendosi in famigliole che accentuano ancor di più la sua triste singolarità. Non mancano le occasioni per educarci al modo degli insetti, e quelle per far compiere molte prodezze a Magà che spesso salva i nuovi amici dai più svariati predatori. Magà se ne esce però sempre più solo/a e sconsolato/a.

Magà è sempre generosa e salva la larva di una farfalla cavolaia

Il ricordo di Magà è assai cupo, all’opposto della felice e allegra e solare ape Maia. Forse di cartoni giapponesi ne vedevamo così tanti, all’epoca, che le disavventure di Magà non ci turbavano più di tanto e l’avevamo rubricata come un’ape combattiva ma sfortunata, un pretesto in fondo per farci conoscere il mondo degli insetti e insegnarci a crescere nell’idea del sacrificio e della privazione mentre ci accalcavamo sul divano guardando pubblicità di giocattoli e consumando generose merende preparate da mamme premurose, molto più consapevoli – e quindi turbate – di noi bimbi alla vista della violenza del mondo di Magà. Che però, a ben vedere, è l’indifferente amorale violenza della Natura, e a parte qualche eccesso post-nucleare comprensible nel Paese del Sol Levante, questo è proprio quel che è.

Non ci prendiamo la responsabilità di indurvi alla visione di una intera puntata di Ape Magà; ci limitiamo, per chi coltivasse nostalgie masochiste legate a meri fattori anagrafici, a rimandarvi alla sigla che contiene tutti gli elementi significativi delle avventure di Magà. Ricordandovi che non mancava anche un aspetto profondamente sadico, come segnalato da un utente di you tube leggibile in calce alla traccia sonora che segue:

Se ti diverte il corso di apicoltura a cartoni animati ecco tutte le lezioni pubblicate

Sezione I. I pericoli dell’apicoltura
Lezioni con collaborazione con:
Masha e Orso
Shaun the sheep
Paperino & Alvaro
Futurama

Sezione II. Le api si raccontano: ecologia, etologia e biologia delle api e dell’alveare
Lezioni in collaborazione con
Maga Magà
Ape Maia
Bee Movie
Minuscule

Sezione III. Fare apicoltura
Lezioni in collaborazione con
Curioso come George
Heidi

0 Comments

Leave a Comment