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SEGNI CHE PARLANO: LA DANZA DELLE API- PARTE 3
13 Apr 2024

SEGNI CHE PARLANO: LA DANZA DELLE API- PARTE 3

Post by Valentina Larcinese

Il tema della XIII edizione di Apididattica è stato “Linguaggi” e l’occasione era imperdibile per raccontare della modalità di comunicazione degli insetti e in particolare delle api. Volendo essere l’intervento il più inclusivo possibile, si è sperimentata (e con successo!) la traduzione simultanea in lingua dei segni:  LIS e danza delle api sono due straodinarie modalità di trasformare segni in messaggi significativi.  

Questa serie di articoli riprende e approfondisce gli argomenti trattati nella relazione “Segni che parlano: la danza delle api e la LIS”.

Se vi siete persi la prima puntata potete recuperare cliccando qui. Se vi siete persi la seconda cliccare qui.

Interpretare la danza dell’addome

La coreografia della danza svolta sotto i riflettori  della pista da ballo, e di cui le api da reclutare sono attente spettatrici, si compone di tre parti ripetute più volte:

  • andata
  • scodinzolamento
  • ritorno.

Fattori come appetibilità della fonte alimentare determinano la durata della passeggiata di ritorno, mentre la distanza determina la durata della fase scodinzolante: quando la fonte ci cibo è a 200 m, la danzatrice percorre 5 mm, mentre se si trova a 1200 m  arriva a 8 mm.


Oltre che al cibo la danza dell’addome può riferirsi a:

• approvvigionamento acqua;

• reperimento resine;

• ricerca siti nidificazione.

Nella loro comunicazione per il reclutamento le api utilizzano numerosi stimoli e segnali chimici: esploratici e foraggiatrici, una volta rientrate nell’alveare, rigurgitano un po’ di nettare alle loro compagne per farne saggiare la qualità; oltre al nettare, trasportano il profumo dei fiori visitati come ulteriore stimolo per le compagne. Per favorire il bottinamento le api, prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso casa, segnalano i fiori visitabili attraverso segnali chimici come ad esempio il segnale della ghiandola di Nasonov e  quelli visitati che, quindi,  temporanemante  non hanno disponibilità con il feromone tarsale il cui effetto magicamente sparirà  quando il fiore avrà prodotto nuovo nettare.
 
Le regole d’oro per un efficace bottinamento possono essere condensate in efficacia e organizzazione.

La lontananza dall’alveare, l’abbondanza della fioritura e la sua qualità in termini di efficienza energetica sono caratteristiche fondamentali per stabilire il valore di una fonte trofica.

La raccolta del nettare è influenzata sia dalla qualità delle fonti trofiche che dalle condizioni ambientali.
Sostanzialmente una danzatrice prima della sua performance deve stabile quanto farla durare anche in base a:

  • flusso nettarifero;
  • condizioni metereologiche (imminente arrivo di un temporale, cielo terso, ecc.);
  • momento della giornata (mattina, tramonto, ecc.)


L’aumento delle bottinatrici implica anche l’aumento di api che trasformano il nettare e stoccano il miele. I due ruoli sono distinti al fine di migliorare l’efficienza all’interno della colonia.

Il trasferimento da una bottinatrice ad una magazziniera all’altra avviene tramite la trofallassi, romanticamente detta anche bacio. Esiste una apposita danza per reclutare le magazziniere (tremble dance, traducibile come danza dei fremiti).

La danza dell’addome e quella per il reclutamento delle magazziniere sono complementari.

Le api di rientro che hanno bottinato una fonte meritevole possono scegliere tra due tipi di danza, a seconda del tempo necessario per trovare una magazziniera disponibile allo scarico. Questo tempo è un indicatore affidabile della relazione tra il tasso di raccolta e quello di trasformazione. Ogni danza produce una risposta sul numero di api impegnate o nel bottinamento o nello stoccaggio; la danza dei fremiti può produrre un effetto inibitorio sulla danza dell’addome.

Come si è generata la danza delle api?
Nel 1956 Martin Lindauer scoprì che tutte le api mellifere presentano il caratteristico schema a ottom ma ogni specie di api è caratterizzata da un proprio dialetto per esprimere direzione e distanza.  
Apis florea e Apis andreniformis, le prime specie di api che sono comporarse sulla Terra,  a causa della loro modalità di nidificazione del favo costruito attorno al supporto, danzano su una superficie orizzontale e quindi non devono terer conto della gravità ma solo della direzione del sole.
In Apis breviligula, Apis laboriosa e Apis dorsata, che invece sono comparse in epoca più recente,  i favi verticali sono  sempre costruiti all’aperto ma attaccati a grossi rami o a scorgenze rocciose e quindi le danzano utilizzando la gravità come riferimento.
Questa caratteristica della danza potrebbe essere considerato un preadattamento alla nidificazione nelle cavità: al buio è indispensabile utilizzare la gravità come riferimento. Apis mellifera,  diffondendosi anche nelle zone a climi temperati, e quindi dovendo risolvere il problema di affrontare l’inverno, ha sviluppato l’adattamento della nidificazione all’interno delle cavità.

Inoltre non bisogna affatto trascurare il dettaglio che le api sono comparse in ambiente tropicale e che l’ambiente ha reso necessario lo sviluppo di un sistema di comunicazione per rintracciare i fiori e quindi il cibo.
In questa tipologia di ambienti le risorse floreali, al contrario di quanto avviene degli habitat temperati, non sono disseminate nello spazio ma sono piuttosto aggregate: di solito le risorse floreali provengono dagli alberi e spesso un albero in fiore può trovarsi a svariati km di distanza da casa. Si può dedurre che il raggruppamento dei fiori e la pressione selettiva abbiano portato alla creazione di un preciso sistema di comunicazione delle coordinate spaziali.


Bibliografia di riferimento per l’intera serie
Chittka L., Nella mente delle api,  Carocci editore, 2023
Kiya, Taketoshi & Ugajin, Atsushi & Kunieda, Takekazu & Kubo, Takeo. (2012). Identification of kakusei, a Nuclear Non-Coding RNA, as an Immediate Early Gene from the Honeybee, and Its Application for Neuroethological Study. International journal of molecular sciences. 13. 15496-509. 10.3390/ijms131215496.
Hölldobler B., Wilson E. O., Formiche, Adelphi Edizioni, 1997
Hölldobler B., Wilson E. O., Il superorganismo, Adelphi Edizioni, 2011
I’Anson Price R and Grüter C (2015) Why, when and where did honey bee dance communication evolve? Front. Ecol. Evol. 3:125. doi: 10.3389/fevo.2015.00125
Larcinese V., Meccanica dell’alveare. Biologia essenziale dell’ape mellifera. L’apis visio, 2021
Seeley T.D., La democrazia delle api, Edizioni Montaonda, 2017

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