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Segni che parlano: la danza delle api – Parte 1
20 Feb 2024

Segni che parlano: la danza delle api – Parte 1

Post by Valentina Larcinese

Il tema della XIII edizione di Apididattica è stato “Linguaggi” e l’occasione era imperdibile per raccontare della modalità di comunicazione degli insetti e in particolare delle api. Volendo essere l’intervento il più inclusivo possibile, si è sperimentata (e con successo!) la traduzione simultanea in lingua dei segni:  LIS e danza delle api sono due straodinarie modalità di trasformare segni in messaggi significativi.   

Questa serie di articoli riprende e approfondisce gli argomenti trattati nella relazione “Segni che parlano: la danza delle api e la LIS”.

“Se stiamo insieme ci sarà un perché” canta Riccardo Cocciante in una sua famosa canzone e ci sarà anche un perché dell’esistenza degli insetti sociali. Una volta che la strada dell’evoluzione li ha portati a vivere tutti assieme appassionatamente, per potersi organizzare e funzionare in maniera efficiente, tutti quegli individui hanno dovuto trovare un modo per condividere le informazioni e non soccombere.

Negli insetti sociali esistono due modalità di linguaggio: quello chimico e quello fisico ovvero tramite colpi, sfregamenti o movimenti più coreografici ed eleganti quali le danze.

Gli entomologi hanno individuato almeno 12 categorie funzionali di comunicazione, la maggior parte delle quali sono di natura chimica.

Ma cosa  dicono fra di loro? Bhe, si dicono diverse cose come:

  1. l’allarme in caso di invasione nemica
  2. l’appartenenza alla stessa colonia: si aggregagano e si riconoscono tramite l’odore
  3. la necessità di reclutare forza lavoro
  4. la necessità di assistenza da parte della prole o altri adulti; ad esempio nel caso del grooming è come se si chiedessero “scusa mi dai una grattatina qui che non ci arrivo?”
  5. la condivisione di cibo liquido, ma anche di altri fluidi corporei (trofallassi)
  6. lo scambio di cibo solido
  7. l’effetto gruppo, ovvero inibizione o facilitazione collettiva di una particolare attività una sorta di spinta motivazionale
  8. il riconoscimento delle compagne
  9. l’appartenenza ad una casta e quindi la determinazione delle caratteristiche
  10. chi sono gli individui riproduttivi in competizione
  11. la marcatura del territorio e la determinazione del lavoro all’interno della colonia
  12. messaggi sessuali, compresi il  riconoscimento di genere e di specie, la sincronizzazione dell’attività sessuale e le risposte a rivali e partner durante la competizione sessuale.

Insomma un gran bel chiacchiericcio!

L’evoluzione della costruzione del nido (e la relativa memoria spaziale) assieme alla necessità di saper individuare e discriminare un’ampia varietà di fonti di cibo sono state fondamentali per lo sviluppo della società delle api.
A questo punto l’evoluzione ha fatto di necessità virtù ed ecco qui che tra le capacità comportamentali si palesa la comunicazione, avendo contestualmente sviluppato, in api e insetti sociali, un cervello con una elevata capacità di apprendimento. Ma questa non è la sede per parlare dei prodigi del minuscolo cervello degli insetti.

Gli insetti più chiacchieroni sono formiche e api.

Come comunicano le formiche?
Un modo è la comunicazione 1:1, ovvero una formica si riferisce direttamente con un’altra tramite l’utilizzo di colpi o sfregamenti sul corpo.
Un’altra modalità di comunicazione acustica singolare è quella delle capocciate utilizzate dalle fromiche carpentiere: battendo la testa su una superficie rigida avvertono le compagne di un imminente pericolo. Quando si dice: “Ho un grosso guaio e non so dove battere la testa!”.

Altra forma di comunicazione è la stridulazione. Un esempio interessante della stridulazione è quella che funziona come un’ ARVA, il dispositivo di ricerva in valanga: durante forti acquazzoni può accadere che le gallerie del nido collassino e travolgano le formiche le quali, attraverso la stridulazione, possono essere individuate e salvate dalle compagne che riescono a rilevare la segnalazione grazie a sensori molto sensibili che sitrovano nelle zampe.
Anche cicale e grilli si avvalgono della stridulazione come segnale di pericolo, di “proprietà” di un territorio o come corteggiamento. 
La modalità di comunicazione prediletta dalle formiche,però, è quella chimica

Una  storia corale
La scoperta e decodifica del linguaggio delle api non è stata appannaggio di una sola persona, piuttosto il risultato del contributo di molti.
Il primo che riuscì a interpretare il linguaggio fu Karl von Frisch nell’estate del 1944.

https://fb.watch/poRqWCDDhw/

Osservando le api attraverso i suoi esperimenti von Frisch vide che una volta che l’ape che aveva individuato la fonte alimentare e aveva smesso di danzare, non partiva seguita dalle sue compagne: l’idea più semplice che si potesse avere era che la danzatrice potesse fare da guida alle colleghe, un po’ come fanno le formiche che seguono una dietro l’altra la traccia della formica che guida la colonna. Ma non era così.

Capì,quindi, che un’ape operaria, per mezzo della danza, è in grado di informare le proprie sorelle sulla direzione e la distanza di una fonte abbondante di cibo. Fu una scoperta rivoluzionaria e contribuì alla fondazione di una nuova branca della biologia: l’etologia. Gli altri fondatori di questa nuova disciplina furono Konrad Lorenz e Niko Timberger, che però non si occupavano di api. Per i loro  risultati scientifici questi tre studiosi furono insigniti del premio Nobel nel 1973 per la medicina e la fisiologia.
L’allievo più brillante di von Frisch, Martin Linduaer, capì che quella danza decodificava anche le informazioni per la ricerca di nuovi nidi di nidificazione durante la sciamatura e che quella lingua, sebbene parlata con altri dialetti, era comune ad api di specie differenti.
A sua volta Lindauer ebbe un suo delfino, Bert Hölldobler, che volò nel 1974 all’Università di Harvard per divulgare l’approccio allo studio del comportamento animale e qui il destino fece incrociare la vita di Hölldobler  con quella di Thomas Seeley che riuscì, grazie anche alle innovazioni tecnologiche quali ad esempio il VHS, a interpretare in maniera completa la danza delle api. Anche lo studioso Jurgen Tautz ha dato il suo contributo con lo studio dei flussi ottici che utilizzano le api per determinare le distanze.

Continua…

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