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Maestà, il popolo ha fame! – parte 2
30 Ott 2023

Maestà, il popolo ha fame! – parte 2

Post by Valentina Larcinese

Cosa accade ad una colonia di api fiaccata dalla fame? E quando l’apicoltore mette il carico a coppe in una situazione già complicata? Quando le api si trasformano in un esercito di piccoli Erode?

In parte si è già risposto nella puntata precedente, per i quesiti in attesa di risposta basta proseguire con la lettura!

Molto spesso chi scatena il gran caos del saccheggio è proprio l’apicoltore. Come?

  • Tenendo troppo a lungo l’arnia aperta e facendo diffondere nell’apiario quel buon odore di miele. In queste circostanze l’odore del miele ha lo stesso effetto che ha la vista del sangue per i vampiri
  • Nutrire in pieno giorno crea un’eccitazione pari al punto di cui sopra, specialmente se sbadatamente viene fatta cadere qua e là anche qualche goccia di sciroppo. Di solito è opportuno nutrire verso sera facendo la massima attenzione a non disperdere neanche un goccio
  • Non lasciare in giro telai o altro materiale al “gusto miele”.

Ma nell’ipotesi in cui neanche la ricerca di un’arnia da saccheggiare vada a buon fine e non si trova né polline né nettare neanche a pagarli oro, che l’apicoltore sia così accorto da non lasciare traccia del suo passaggio, in ultima ratio, cosa può fare una colonia per sopravvivere?

Si passa alle maniere forti, alla pratica “crudele” di trasformarsi in una moltitudine di Erode Antipa ( versione al quadrato): le larve in allevamento vengono soppresse e trasformate in una preziosa fonte di proteine.

Massacre of the Innocents, Giotto
Basilica di San Francesco, Lower Church, Giotto di Bondone (1267-1337), The Massacre of the Innocents, affresco
La Strage degli Innocenti – Frans Vandewalle

Quando si verifica una grave carenza di polline l’allevamento della covata entra in crisi e tutte quelle larve paffutelle possono essere una importante fonte di proteine fondamentali per la sopravvivenza degli adulti finché la situazione non migliora. In realtà, qualsiasi stadio di sviluppo e qualsiasi adulto può essere cannibalizzato, addirittura anche la regina in via di sviluppo!

Nell’economia della situazione il mangiare la propria prole può rivelarsi una buona idea, soprattutto per i futuri fuchi. Per uno sviluppo ottimale i fuchi richiedono una significativa e regolare nutrizione la cui frequenza dipende dall’età della larva. Le operaie adeguano il numero di fuchi in allevamento a seconda delle condizioni ambientali che includono la disponibilità di cibo e la popolazione della famiglia. In caso di una perdurante riduzione di cibo, che non sia la totale mancanza, le nutrici sono ancora in grado di allevare un certo numero di fuchi. C’è ancora una volta un però: i fuchi allevati con lunga limitazione di polline sono più piccoli ed eiaculano meno sperma.  Una scarsa nutrizione può addirittura portare ad una asimmetria nella morfologia delle ali. In una certa maniera, mangiare la prole può intendersi anche come un disperato tentativo di limitare i danni rispetto alla scarsa qualità delle nuove leve.

Ma non è tutto oro quel che luccica! Avevamo qualche dubbio? Ovviamente no.

Uno dei principali rischi associati al cannibalismo è l’incremento della diffusione delle malattie perché l’ingestione di tessuti infetti dei propri simile è ritenuta un mezzo di diffusione dei virus, nonostante la riduzione del numero di individui infetti attraverso il cannibalismo possa limitare la diffusione della malattia.

Uno studio del 2021 ha dimostrato che la cannibalizzazione di pupe infette da virus delle ali deformi (DWV) provoca nelle operaie alti livelli di presenza del virus a cui va ad aggiungersi, spesso, la carica virale acquisita attraverso la trofallasi. Risultato? Libera circolazione di ulteriori varianti del vurs senza ricorrere al vettore varroa. In conclusione, nonostante i benefici dovuti al comportamento igienico è possibile che livelli maggiori di attività di VSH possano determinare un incremento del virus delle ali deformi attraverso l’azione combinata di cannibalismo e trofallasi.

Bibliografia

Nuvian M, Reinhard J., Giurfa M., The defensive response of the honeybee Apis mellifera, Journal of Experimental Biology (2016) 219, 3505-3517 doi:10.1242/jeb.143016

Posada-Florez, F., Z. S. Lamas, D. J. Hawthorne, Y. Chen, J. D.Evans, and E. V. Ryabov. 2021. “Pupal Cannibalism by Worker Honey Bees Contributes to the Spread of Deformed Wing Virus.” Scientific Reports 11: 8989. https://doi.org/10.1038/s41598-021-88649-y.

Seeley T.D., La vita delle api mellifere.

Winston M.L., The biology of the honey bee, 1991, Harvard University Press

https://it.wikipedia.org/wiki/Che_mangino_brioche

Szentgyörgyi, Hajnalka & Czekońska, Krystyna & Tofilski, Adam. (2016). The Effects of Starvation of Honey Bee Larvae on Reproductive Quality and Wing Asymmetry of Honey Bee Drones. Journal of Apicultural Science. 61. 10.1515/jas-2017-0018.

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