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Storie sorprendenti delle api e dei loro parenti – Parte 5
22 Giu 2022

Storie sorprendenti delle api e dei loro parenti – Parte 5

Post by Valentina Larcinese

La biodiversità

Siamo arrivati ai nostri giorni e nella puntata precedente si era detto che:

“Il mondo ha avuto la benedizione di una presenza una diversità di specie di organismi straordinaria. Ma come è distribuita la biodiversità sulla terra? Per facilitare la comprensione di questa faccenda è di aiuto la metafora utilizzata dallo studioso Edward Wilson nel suo libro The diversity of life.

Immaginiamo di essere a bordo di un ascensore in partenza dal centro della terra che viaggia alla velocità di una piacevole passeggiata. Per le prime dodici settimane si viaggia attraverso la roccia bollente e il magma dove non c’è alcuna forma vita. Occorrono tre minuti per attraversare la superficie, dopo 500 metri di questo percorso si incontrano i primi organismi: batteri con una dieta a base di nutrienti ottenuti filtrando gli strati profondi delle falde acquifere. Attraversata la superficie, per dieci secondi si osserva un’esplosione di vita abbagliante, decine di migliaia di specie di microrganismi, piante e animali tutto contenuto all’interno di una linea sottile. Mezzo minuto più tardi è tutto passato. Due ore più tardi rimangono solo delle deboli tracce consistenti, per la maggior parte, di persone a bordo di aerei di linea il cui intestino è pieno di batteri.

Ma quanto pesano le componenti della biodiversità? Come sono distribuite? Lo ha illustrato Telmo Pievani, nella seconda puntata della Fabbrica del Mondo andata in onda il 15 gennaio scorso su Rai3, in modo abbastanza eloquente. Metà del peso è acqua, dell’altra metà il 90% è composto da piante, per cui il nostro è il pianeta delle piante e non dei sapiens! Del restante 10% fanno parte per la maggior parte i funghi, i batteri e i virus, mentre gli animali sono una minoranza di cui una metà sono insetti (evviva!), e l’altra tutti gli altri animali di cui una piccola parte i mammiferi. Per quanto riguarda la componente dei mammiferi, il 36% sono sapiens, mentre addirittura il 60% è composto da mammiferi di allevamento. Tutti gli altri mammiferi quanto sono? Sono solo il 4%! In tutti questi calcoli emerge il dato sconvolgente che i sapiens occupano solo lo 0.01% di tutta la biodiversità.

Al termine di questa storia evolutiva ci siamo ritrovati dentro il Quaternario, nel pieno Antropocene, cioè l’epoca dominata dall’umanità.
Antropocene… una tale denominazione sembra un’altra, ennesima, mancanza di umiltà da parte dell’ homo sedicente sapiens, citando ancora Telmo Pievani.
La trovata di questa denominazione appartiene al chimico, premio Nobel, Paul Crutzen e all’ecologista Eugene Stoerman che nel 2002 sentirono l’esigenza di definire la “geologia dell’umanità” cioè una fase in cui i sapiens hanno avuto un impatto geofisico notevole e su larga scala.
Quando nasce l’antropocene?
Forse quando l’uomo ha intrapreso l’attività dell’agricoltura?
Forse verso il 1400, quasi 1500 (citando una nota battuta del film “Non ci resta che piangere”), quando il mondo conosciuto si espande con la scoperta dell’America grazie ai grandi viaggi di esplorazione e inizia il rimescolamento di piante, animali e malattie?
Forse con la rivoluzione industriale e il conseguente aumento della presenza dell’anidride carbonica nell’atmosfera?
L’Antropocene nasce ufficialmente nel 1965, dopo la seconda guerra mondiale con l’inizio dell’era atomica. La storia di questa datazione è curiosa e si deve ad uno degli alberi più solitari al mondo: l’abete dell’isola di Campbell, luogo remoto, 600 km più a sud della Nuova Zelanda e, in teoria, incontaminato.
Si è fatto un carotaggio del fusto dell’albero, piantato, assieme ad altri meno fortunati e resistenti alberi, nell’isola tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novencento, e si è analizzata la presenza degli isotopi del carbonio-14 negli anelli concentrici e si scopre che il picco risale agli ultimi mesi del 1965 e che quel carbonio dovrebbe risalire ai test nucleari fatti nell’emisfero boreale tra il 1950 e il 1960.

L’Antropocene è caratterizzato da:

  • Crescita delle temperature medie sulla superficie del pianeta
  • Aumento squilibrato della popolazione umana
  • Concentrazione di gas serra, soprattutto anidride carbonica e metano
  • Radioattività dovuta all’industria nucleare
  • Alterazioni fisiche umane del suolo terrestre
  • Impatti gravi dell’agricoltura e dell’allevamento intensivi.

Si è calcolato che nel 2020 il peso di tutto ciò che ha prodotto dall’uomo ha superato quello di tutti gli esseri viventi: tradotto in altre parole, continuando di questo passo, il consumismo di massa, l’industrializzazione globale, la transizione demografica, lo sviluppo energivoro, l’eutrofizzazione degli ecosistemi acquatici causata dall’uso indiscriminato di fertilizzanti e i tassi di estinzione della biodiversità ci potrebbero portare a battere, in un colpo solo, le cinque precedenti estinzioni di massa.
Meditate gente, meditate!

Immagine di copertina

2° Apiario d’Autore 2020 – Rodari100° nascita Gianni Rodari – Frontale commemorativo: Altan “Ci vuole un fiore+ape”
Tema per gli artisti: “il Fiore”
Luogo apiario: Lago d’Orta pesso il parco Hotel Bocciolo***www.apiarioautore.it
Francesco Tullio Altan
(Treviso – IT)”Le api sono simpatiche e bravissime” cit. Altan 2020

Titolo opera: Coltivarsi
Fotografo: Carlo Maria Borionetti (https://instagram.com/borio.lab?igshid=YmMyMTA2M2Y=)
Link web: https://www.apiarioautore.it/artisti-2020.html

La bibliografia utilizzata in questa serie di articoli è consultabile a questo link

Per la puntata di La fabbrica del mondo https://www.raiplay.it/video/2022/01/Il-peso-delle-cose—La-fabbrica-del-mondo—Puntata-del-15012022-decd5856-3d27-49c0-93b9-8be2baaf7d45.html

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