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Api, orsi e apicoltori
10 Feb 2023

Api, orsi e apicoltori

Post by Valentina Larcinese

Se il marchio Bear-Friendly avesse avuto un jingle pubblicitario sarebbe stato il ritornello del “Triangolo” di Renato Zero. Già, chi avrebbe considerato una relazione a tre come necessaria per la salvaguardia del nostro orso marsicano? E chi sarebbero i tre soggetti coinvolti? Il primo, il protagonista, è l’orso bruno marsicano, il cui habitat è l’Appenino centrale e che oggi è a serio rischio di estinzione: si stima che ormai la popolazione sia composta da circa 50-70 individui.  Gli altri due sono gli apicoltori e le loro api. In realtà oltre agli apicoltori sono coinvolti anche gli agricoltori, ma ci concediamo la licenza di guardare la cosa con occhio apistico.

Il marchio Bear-Friendly, che il Parco Nazionale della Maiella ha istituito in collaborazione con WWF Italia, vuole dare il giusto ruolo a tre attori fondamentali dell’ecosistema montano.
L’orso lo abbiamo visto interprete di svariati ruoli tra cui, solo per citare quelli più famosi, si annoverano: Baloo, Yoghi e Bubu , il britannico Orso Paddington che è riuscito addirittura a prendere il tè con Sua Maestà la regina Elisabetta e Winnie The Pooh.
In ambito cinematografico, la stessa buona stella dell’orso non brilla certo per le api che di solito ricoprono il ruolo di assassine, mentre l’unico ruolo di apicoltore di un certo spessore è quello del protagonista del film “Il volo” che però muore per mano — Ops! Pungiglione! — delle sue stesse api. Possiamo chiudere qui questa digressione perché qui non è di cinema che si vuole parlare!

Il senso profondo del marchio è aiutare l’orso ad aumentare la sua popolazione cercando di utilizzare il territorio in maniera ottimale e riducendo la mortalità dovuta a cause umane. La recente morte di Juan Carrito ha accesso prepotentemente i riflettori proprio su questo aspetto cruciale. Non bisogna dimenticare che il territorio del parco non si compone di soli territori incontaminati, ma di centri abitati, strade, ferrovie, attività economiche agricole e commerciali e spesso i territori dei comuni rientrano solo parzialmente nei confini del parco. Questa frammentazione del territorio non favorisce la sopravvivenza dell’orso e per questo l’ente Parco, per quanto riguarda specificatamente questo marchio, ha allargato i propri confini includendo totalmente le aree dei comuni che rientrano formalmente solo in parte nell’area protetta.

La condivisione dello stesso territorio da parte dell’uomo e dell’orso non sempre è così idilliaca. Stessa cosa per quanto riguarda apicoltori e orsi. Sono pochi gli apicoltori che interpretano, grazie anche a massicce dosi di filosofia e di bicchieri mezzi pieni, il fatto che gli orsi facciano scorpacciate di miele dai propri alveari come un riconoscimento della bontà del loro prodotto. Chi non è così avvezzo a prendere questi imprevisti con filosofia non è da condannare: a volte i danni della visita dell’orso sono ingenti sia dal punto di vista economico che da quello del patrimonio apistico aziendale. Il marchio vuole limitare anche questi possibili attriti tra apicoltori e orsi con una soluzione semplice quanto efficace: la dotazione di recinzioni elettriche che saranno mantenute funzionanti dagli apicoltori stessi.

Esiti di un “controllo qualità” del miele da parte dell’orso in un apiario in località Vetice, alta valle dell’Ambro (Parco Nazionale Monti Sibillini) l’11 maggio 2022 (foto di Sergio Corridoni).

Ma cos’altro occorre fare per ottenere il marchio? Per gli apicoltori è necessario che il miele sia prodotto nell’area appena descritta e che le colonie degli apiari coinvolti siano certificate (ad esempio attraverso certificazioni del CREA) come appartenenti alla sottospecie ligustica.

Gli apicoltori, è bene sottolinearlo, da sempre contribuiscono positivamente con le loro api alla tutela degli impollinatori, fondamentali per la conservazione dell’ecosistema, dell’habitat dell’orso, della biodiversità oltre a incrementare la produzione delle numerosissime coltivazioni che si avvalgono di Apis mellifera per l’impollinazione. Ed ecco qui, che il cerchio si chiude includendo anche gli agricoltori e il loro operato.

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