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Sceratrice solare very low cost
8 Lug 2022

Sceratrice solare very low cost

Post by la redazione

Se non ci aveste già pensato, un suggerimento per sfruttare il caldo intenso di questi giorni e di quelli a venire: una sceratrice solare fai da te di pochissimo impegno costruttivo.

Si sa che l’apicoltore manifesta di frequente intelligenza costruttiva capace di  spaziare dall’elettromeccanica all’idraulica fino all’edilizia.

L’apicoltore è inoltre una sottospecie filogeneticamente  molto prossima al falegname: prodursi una sceratrice solare è quasi una banalità.

In questo caso, l’apicoltore non appartiene alle succitate categorie dotate di archimedica inventiva.

Risultato: una sceratrice solare improntata alla più netta pigrizia tecnologica.

Trattasi di grande scatola di legno compensato 1×1 metri coperta da una lastra in policarbonato, che dopo tanti anni di uso ha perso la trasparenza, ma non del tutto l’efficienza. La chiusura sigillante anti api è data dal sapiente e sagace uso della forza di gravità: peso della copertura più peso di quattro pietre e/o mattoni scelti dopo accurate ricerche.

La sceratrice è stata costruita su misura attorno a del materiale di recupero che si usava nella produzione di formaggi, un piano in acciaio sagomato a trapezio; lo si è appoggiato su di un supporto per inclinarlo quel tanto per far scorrere la cera liquefatta; il bordo rialzato si interrompe nella parte più stretta dove è posta una rete (di quelle usate per i fondi delle arnie, 3×3 mm) per trattenere lo sporco.

Il contenitore per raccogliere la cera è una vaschetta di acciaio che si utilizza come scaldavivande nelle cucine dei ristoranti.

Istruzioni per l’uso

Di sera, dopo che gli opercoli, i favi da sostituire, la cera recuperata in apiario etc si sono trasformati in un profumatissimo pane pronto per la cereria dei Monti Azzurri ( contattabile al 380.7597.215 o al 328.4257.485), si ripulisce il piano d’acciaio dai residui di miele e propoli (o dalle esuvie, se si fondono favi vecchi) con l’uso di un attrezzo indispensabile di ultima generazione: il raschietto.

Se lo fate la sera, ‘ a caldo’, il risultato sarà perfetto; a freddo si ha a che fare con una sostanza tenace e collosa: sconsigliato.

Il mattino dopo si ritira la vaschetta con la cera solidificata e maneggiabile; il pane raffreddandosi si ritira e si stacca con estrema facilità. Per consentire il distacco agevole della cera è consigliato versare in precedenza sul fondo del contenitore un po’ d’acqua.

Il pane di cera viene sciacquato per togliere eventuali residui di miele e lo si può anche rifondere se per caso non si è soddisfatti del risultato ottenuto. Se gli opercoli contenevano molto miele, ad esempio, il pane di cera potrebbe contenere dei ripieni caramellosi che vanno eliminati.

Al mattino successivo, la sceratrice viene ricaricata e riprende con lena il suo lavoro.

Il carico questa volta include anche telai da melario scartati in fase di smielatura congiuntamente agli opercoli pressati con un torchietto da uva.

I costi di questo forno solare non sono difficili da determinare e sono davvero limitati, specialmente se confrontati con gli articoli in vendita sul mercato…

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