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Storie sorprendenti delle api e dei loro parenti – Parte 2
28 Apr 2022

Storie sorprendenti delle api e dei loro parenti – Parte 2

Post by Valentina Larcinese

Storia evolutiva delle api

Questa storia inizia 135 milioni di anni fa, quando il vasto supercontinente Gondwana ha iniziato a rompersi: il sud America è andato alla deriva staccandosi dall’Africa, l’Australia si è mossa verso est, mentre l’Antartide si è diretto verso sud condannando quasi tutti i suoi abitanti ad una tomba di ghiaccio. L’oceano Indiano e quello sud Atlantico si sono formati, di conseguenza, nel tempo.

Di Lenny222, Valepert – Questo file è stato ricavato da un’altra immagine: Laurasia-Gondwana.svg, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16115180

In quell’epoca lontana, un’era nota ai geologi come Cretaceo, i continenti erano ricoperti da verdi foreste di felci arboree, cicadi, enormi equiseti e conifere come i pini e i cedri. Questo era il grande regno dei dinosauri: tra gli alberi, mandrie di grossi erbivori, come l’Iguanodonte, pascolavano e le loro zampe anteriori erano impegnate nella ricerca delle foglie poste più in alto; altri, pesantemente corazzati simili a carri armati, tipo il Gastonia, demolivano il sottobosco mentre gruppi di feroci carnivori, per esempio l’Utahraptor, cacciavano le prede. L’aria pullulava di insetti primordiali come gigantesche libellule e primitive farfalle; questo era il momento culminante per gli Peutosauri, i più grandi animali sulla Terra che abbiano mai volato con la loro apertura alare di ben 12 metri. Per inciso: complimenti vivissimi agli autori dell’Era Glaciale 3 – L’alba dei dinosauri per l’aderenza del set alla realtà dell’ambiente!

Addirittura i più piccoli dinosauri hanno popolato l’aria; le loro piume, probabilmente si sono sviluppate, in un primo tempo, con la funzione di aiutare questi piccoli animali a trattenere il calore e, successivamente, si sono allungate sulle zampe anteriori permettendo prima il volo planato e, poi, quello attivo. Colpo si scena: ecco a voi i primi uccelli!
E in tutto questo gli uomini? I nostri primi antenati a quel tempo erano impressionabilmente piccoli e paurosi: creature simili a topi appostati nel sottobosco, che venivano allo scoperto furtivamente nella notte per cibarsi di insetti, semi e frutti caduti. Se potessimo viaggiare per tornare a quell’epoca e trascorrere una giornata con i nostri antenati, probabilmente saremmo troppo preoccupati a schivare i pericoli provenienti dai tanti animali selvatici da non notare l’assenza totale dei fiori: nessuna orchidea, né ranuncolo o margherita, nessuna fioritura di ciliegio, niente digitale nelle radure dei boschi. Niente di niente. E non importa quanto sia sviluppato il nostro udito, in quell’ambiente non saremmo mai in grado si sentire il ronzio distintivo degli insetti. Ma tutto sta per cambiare.

Il sesso è stato sempre complicato per le piante, l’impossibilità di spostarsi non è una questione da poco: se non ci si può muovere, allora trovare il partner giusto e scambiarsi le cellule sessuali può configurarsi come un serio problema. Per le piante, il polline è l’equivalente dello sperma, e la sfida per una pianta è proprio come far arrivare il proprio polline alle parti riproduttive di un’altra pianta e, di nuovo, non è affatto semplice se si è radicati nel terreno. La soluzione inizialmente adottata, e ancora oggi utilizzata da alcune piante, è l’uso del vento. Circa 135 milioni di anni fa tutte le piante disperdevano i propri pollini attraverso il vento, sperando che una piccola parte arrivasse su un fiore femminile. Questo, come è facile immaginare, è un sistema davvero poco efficiente e molto dispendioso: circa il 99,99% del polline viene sprecato, cadendo sul terreno o nell’acqua. Il risultato ottenuto è pessimo.

La Natura, si sa, disprezza lo spreco, ed è solo una questione di tempo perchè trovi una soluzione più efficiente. L’evoluzione fornisce la soluzione a questo rompicapo sprendendo la forma di insetti.

L’immagine di copertina fa parte del progetto Apiario d’Autore di Mauro Rutto

Pina Monne (Oristano – IT) Decoratrice di ceramica artistica, imprime sull’argilla soggetti legati alla Sardegna con tratto tanto sintetico quanto decorativo, grazie all’uso sapiente degli accostamenti cromatici, composti in vibrate combinazioni.
Titolo opera: Ape tra i corbezzoli
Fotografo: Carlo Maria Borionetti (
https://instagram.com/borio.lab?igshid=YmMyMTA2M2Y=)
Link web: 
https://www.apiarioautore.it/artisti-2020.html

Continua…

La bibliografia utilizzata in questa serie di articoli è consultabile nell’ultima parte .

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