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Che ne sanno le api di caro bollette, cappotti termici ed efficientamenti energetici? – Parte 1
20 Gen 2023

Che ne sanno le api di caro bollette, cappotti termici ed efficientamenti energetici? – Parte 1

Post by Valentina Larcinese

Che si abbia il riscaldamento autonomo o centralizzato, che si disponga lampade a led o che si affidi alla lumiscenza delle lucciole, di questi tempi, andare a leggere il contatore o aprire la bolletta potrebbe rivelarsi fatale. Ecco, tanti di noi vorrebbero svegliarsi api per usufruire dei prodigi delle loro tecniche di invernamento, ovvero il riscaldamento, apparentemente, a costo zero. Ma in termini di efficientamento energetico, capacità di riscaldamento e raffreddamento abbiamo qualche strategia in comune come le api? In verità più di qualcuna, ma noi siamo meno bravi e meno efficienti.

Lo spirito con cui alcune colonie affrontano l’inverno

Gli alveari e gli edifici degli umani sono progettati in maniera che le parti esterne siano considerate barriere che proteggono lo spazio interno dall’azione di agenti esterni come il sole, il vento, la pioggia e la neve. Strano ma vero, impieghiamo metodologie simili per termoregolare le nostre abitazioni, per rendere efficienti il riscaldamento e il raffreddamento a favore di un minore impatto energetico. Se gli umani cercano di mantenere le migliori condizioni possibili per il proprio benessere così da avere temperatura, umidità relativa e ventilazione a valori ottimali, le api fanno lo stesso: indipendentemente dalle temperature esterne, nell’alveare il microclima nella camera di covata deve mantenersi, lo sviluppo ottimale delle larve, ad una temperatura compresa tra i 32 °C e i 36 °C. E poi, per sopravvivere sia a freddi inverni che a caldi estati, le api, allo stesso modo degli umani, utilizzano diverse strategie di riscaldamento/raffreddamento per regolare la temperatura all’interno dell’alveare. Gli umani osservano e studiano le api, a occhio e croce, da circa 9000 anni. È possibile, addirittura, che gli umani si siano ispirati alle api e abbiano imparato da loro come creare condizioni termiche confortevoli che allo stesso tempo siano sostenibili.

Scaldare in inverno o in periodi di condizioni meteo avverse

Intervallo di temperatura Condizione delle api all’interno di un alveare
Temperature interne tra -2 e 6 °C Le api moriranno in meno di un’ora
Temperature interne tra 9 e 12 °C Le api possono sopravvivere per diverse ore riuscendo a creare una camera calda.
Temperatura esterna di -28 °C Una colonia in glomere può mantenere una temperatura interna di 31 °C per breve tempo 
Temperatura esterna di -25 °C Una colonia di 17.500 api sopravvive per più di 300 ore

Per sopravvivere al freddo invernale le api utilizzano diverse strategie come la sigillatura di fessure, la costituzione del glomere per creare un guscio isolante e la generazione di calore da parte delle api al fine di mantenere il loro alveare a temperature ottimali.

Eliminare le correnti riduce la perdita di calore

Per milioni di anni, le api si sono evolute nelle cavità degli alberi che sono perfettamente isolate dal legno circostante.  Se avete qualche dubbio in merito, magari, è il caso di leggere qualcosa del transoceanico Thomas Seeley o del transalpino Daniele Besomi.
Vivere in un ambiente isolato termicamente è la normalità per le api. Tuttavia, le moderne arnie non hanno un isolamento così efficiente e quindi le api, istintivamente, si vedono costrette a ridurre qualsiasi possibile perdita di calore dovuta a:

  • Cavità non gradita
  • Correnti d’aria che creano perdite di calore
  • Ampi ingressi e fessure
  • Flusso d’aria invernale non gradito

Senza poi aprire il dibattito riguardo il fondo antivarroa! Lo metto? Lo tolgo? Di metallo? Di masonite? Ecco, non è il caso di aprire questo vaso di Pandora!

Per risolvere gli inconvenienti, di cui sopra, le api usano la propoli per sigillare qualsiasi fessura, crepa o altra forma di apertura dell’alveare.  Sebbene il flusso d’aria proveniente dall’ingresso sia necessario per la ventilazione ad un certo punto le api decideranno di chiuderlo. Di norma questo processo avviene in autunno. Restringere l’ingresso dell’alveare, inoltre, è una strategia contro il saccheggio o l’intrusione di animali, come i topi, in un periodo in cui l’ingresso non può essere presidiato a puntino.

Anche nelle nostre abitazioni la perdita di calore può avvenire attraverso fessure e crepe intorno alle finestre, alle porte e nei tetti. Fessure nell’isolamenti e ponti termici sono anche una sostanziale causa di spifferi e condensaLe ricerche mostrano che gli spifferi all’interno delle abitazioni possono causare la perdita di circa 15-25% del calore invernale e possono contribuire ad una significativa perdita di raffreddamento nella climatizzazione. Oltre alla perdita di calore, le correnti d’aria possono causare condensa che danneggerà i materiali di costruzione e ridurrà la qualità dell’aria interna. Chi non sta immaginando uno scenario stile “I Miserabili” di Victor Hugo in cui le persone sono provate dalle condizioni insalubri delle loro abitazioni? Come già detto, le api utilizzano la propoli per sigillare qualsiasi spiffero e qualsiasi pertugio per cui un’ape non possa passare; questa tecnica suonerà familiare a costruttori o proprietari di casa che per evitare le correnti d’aria, utilizzano materiali ermetici (siliconi e sigillanti di lunga durata) che assicurano che le giunture tra i vari componenti delle costruzioni (come le finestre, le porte, i muri, i pavimenti, i soffitti, i battiscopa, l’impianto idraulico, le travi a vista e non, riscaldamento integrato e condizionatori d’aria ecc.) non siano causa di dispersione.  I sigillanti, nel nostro immaginario collettivo, sono associati indissolubilmente all’immagine di quella disgraziata destinata ad affogare nella doccia. Vero? Chi nega mente. E anche spudoratamente! (con pieno godimento dell’immaginario maschile)
Le fessure più grandi, invece, sono chiuse con schiume.

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