Logo
(Al)Largo alla primavera?
18 Mar 2020

(Al)Largo alla primavera?

Post by Valentina Larcinese

E’ giunta l’ora di mettere le mani in pasta? Qualcuno scalpita e qualcun altro frena. L’inverno mite fa respirare aria di primavera a tutti. Api e apicoltori.

L’esperienza di questi ultimi anni ci ha insegnato, però, che se una volta marzo poteva essere un mese insidioso per manipolare gli alveari adesso lo può essere aprile e addirittura anche maggio.

Indipendentemente dalle latitudini e dalle altitudini occorre la massima prudenza: la movimentazione di un telaio può essere considerata come un vero e proprio intervento chirurgico e pertanto va fatto tenendo presente tutte le variabili possibili coinvolte.

Come prima visita, è fondamentale verificare lo stato di salute delle famiglie ed eliminare i telaini vecchi che le api non presidiano. Presumibilmente, in fase di invernamento, abbiamo messo i telai destinati a essere eliminati in posizione marginale rispetto al glomere; prima che la famiglia cresca è opportuno sostituirli con telai meno sfruttati o provvisti di nuovi fogli cerei. I telaini con 4 o 5 anni di utilizzo vanno considerati esausti; per la datazione conviene segnare sul longarone almeno l’anno di inizio utilizzo. Il metodo empirico di eliminare telai scuri non è efficace: affinchè i telai scuriscano occorrono molti anni, sicuramente più di 5.

Ad inizio primavera è fondamentale la presenza delle scorte: bruschi ritorni di freddo e scarsità di cibo posso rivelarsi una combinazione letale. Se i telai sono “asciutti” (ossia privi di miele e polline) occorre ricorrere a nutrizione di emergenza: se abbiamo da parte telaini di scorte è il momento di utilizzarli, altrimenti bisogna fornire candito o sciroppo zuccherino in funzione delle temperature. Il candito è da prediligere se le temperature sono ancora basse mentre con l’alzarsi delle temperature si può passare a nutrizione liquida per la quale sono necessari appositi nutritori. Molto diffusi sono i nutritori a tasca che svolgono anche la funzione di diaframma; al loro interno è opportuno mettere del materiale galleggiante in maniera da preservare le api dall’annegamento. Esistono diversi tipi di nutritori: la rete è piena anche di suggerimenti home made.

Man mano che le temperature si alzeranno e la stagione prenderà il suo corso potremmo procedere con manipolazioni più importanti facendo il massimo dell’attenzione alle condizioni meteo, alle caratteristiche della famiglia (numero di individui, presenza di covata, presenza di scorte) e alla presenza di fonti trofiche (nettare e polline).

Possiamo iniziare a riallargare nuovamente la famiglia inserendo un telaino costruito (se non è nelle nostre disponibilità inseriremo, come già detto, un telaio con foglio cereo) tra l’ultimo telaio di covata e il primo di scorte. In presenza di instabilità meteorologica, secondo me, la scelta migliore è introdurre il telaio in ultima posizione prima del diaframma, in modo tale da assecondare il naturale sviluppo della famiglia e preservarla il più è possibile dai ritorni di freddo.

Altro lavoro possibile è il livellamento ovvero equiparare, in termini di popolazione e scorte, le famiglie di uno stesso apiario. A questo punto è doverosa la riflessione sullo stato dei nostri apiari specialmente se abbiamo delle famiglie al limite della sopravvivenza. Perché? L’inverno è stato particolarmente duro e prolungato? I trattamenti sono stati efficaci? La genetica della famiglia è valida? Ho sbagliato qualche pratica? Domande che portano poi a chiederci se quella famiglia merita di sopravvivere oppure i suoi individui devono essere destinati ad altre colonie.

Come stabilirlo? Anche famiglie piccole meritano di sopravvivere sicuramente se nel loro insieme sono equilibrate in termini di popolazione adulta, eventuale covata e scorte.

Se riteniamo giusto che la famiglia debba sopravvivere allora possiamo darle la risorsa di cui maggiormente ha bisogno sottraendola da famiglie più forti e promettenti. L’obiettivo è quello di avere in apiario famiglie tutte allo stesso livello, che possano partire contemporaneamente nel momento del raccolto.

Per questa operazione è necessario da parte dell’apicoltore saper valutare attentamente le famiglie perché rompere l’equilibrio delle famiglie in questo periodo può comportare l’insorgenza di patologie come la covata calcificata o la peste europea: in primavera le famiglie sono quasi sempre sbilanciate perchè si registra un aumento notevole di covata e un più lento aumento della popolazione adulta e tutto ciò implica un’impennata del consumo delle scorte.

0 Comments

Leave a Comment